LE ORIGINI
Il nome Alghero deriva molto probabilmente dalla parola Alga (Aleguerium), presente in grandi quantità nel golfo di Alghero, infatti una notevole quantità di Posidonia Oceanica si deposita sul suo litorale sabbioso durante l'inverno.
Alghero Posidonia spiaggiata
Alghero fu fondata intorno al XII secolo dalla famiglia genovese dei Doria, anche se abbiamo numerose testimonianze di insediamenti già dal neolitico antico, con ritrovamenti di manufatti in ceramica nella Gratta Verde a Capocaccia ed in età nuragica, con 88 gli nuraghi e le Domus de Jana (le case delle fate).
Necropoli di Anghelu Ruju
I DORIA
L’origine della città di Alghero risale probabilmente al 1102, quando la famiglia Doria vide nelle caratteristiche del territorio e nella presenza di un grande porto naturale, fondamentale per lo sviluppo del commercio, la possibilità di crescita di una città dalla forte importanza strategica. Per circa un secolo restò sotto il controllo dei Doria, ma nel 1283 i Pisani riuscirono a conquistarla e la tennero per circa due anni, ma dopo la sconfitta pisana nella battaglia di Meloria, i Doria rientrarono ad Alghero.
Alghero restò così sotto il controllo della repubblica marinara genovese sino al 1350, quando alcuni discendenti dei Doria vendettero i propri diritti a Pietro IV d'Aragona, mentre i restanti discendenti vendettero i propri diritti a Genova. Da qui ne scaturì un inevitabile scontro che portò presto ad una battaglia. Il 30 agosto 1353 dopo la battaglia navale di Porto Conte il generale Cabrera entrò trionfalmente ad Alghero. Pochi mesi dopo i genovesi riuscirono a riconquistare Alghero per poi riperderla definitivamente il 16 novembre 1354, con la deportazione della popolazione sardo ligure e l'insediamento dei nuovi coloni catalano- aragonesi. Da questo momento ha inizio la storia di Alghero catalana, un vero e proprio centro catalano in terra sarda.
Cartina di Alghero del 1360
ALGHERO CITTA' CATALANA IN SARDEGNA
Il 24 giugno 1355 iI re di Aragona Pietro IV il "Cerimonioso", concedeva ad AIghero lo stemma comunale. Esso era costituito da uno scudo diviso in senso orizzontale in cui erano raffigurati , nella parte superiore, quattro pali di colore rosso in campo d'oro, insegna reale nota come "pali di Aragona" e nella parte inferiore un ramo di corallo, la più preziosa risorsa del mare di AIghero.
In quello stesso anno, a causa di un periodo di crisi economica ed alimentare la città fu interessata da traffici commerciali che la rifornivano.
Nel 1360 il re Pietro trasferisce dall’Aragona una numerosa comunità ebraica.
Nel 1372 venne respinta una sollevazione che culminò con l'espulsione degli ultimi abitanti ribelli. Alghero, non fu mai espugnata dalle armate giudicali nel corso dei numerosi decenni di guerra. Nella notte fra il 5 e il 6 maggio 1412 l'ultimo giudice di Arborea Guglielmo III di Narbona tentò di conquistare la città con un manipolo di uomini, ma venne respinto.
Nel 1384 re Pietro favorì la pesca del corallo, iniziata qualche decennio prima dai marsigliesi, proibendone l’attività alle barche forestiere cui vietava l’approdo lungo la costa tra il golfo di Oristano e l’Asinara.
Pesca del corallo con la Croce di Sant'Andrea
Nel 1492, come negli altri territori appartenenti alle corone iberiche, venne espulsa la locale comunità ebraica di cui sono ancora visibili alcuni resti archeologici.
Quartiere ebraico - La juharia
Dall'agosto del 1495, il re Ferdinando il Cattolico, autorizzò il consiglio civico algherese a concedere la cittadinanza anche ai non catalani. Questo diede il via a un consistente flusso migratorio di sardi, corsi, liguri e provenzali.
Nel 1541, l'imperatore Carlo V venne in visita accompagnato dall'ammiraglio Andrea Doria.
Il sovrano, che aveva fatto scalo nella piazzaforte con 40 galere, durante la spedizione contro Algeri, in quell'occasione concesse il cavalierato a tre illustri cittadini algheresi che si erano uniti nell'impresa. Se non risponde al vero che l'imperatore abbia pronunziato da una finestra di palazzo D' Albis, rivolto alla piazza la fatidica frase "estode todos caballeros", è invece documentato che, dopo aver visitato dall'esterno la roccaforte, osservando la maestosa torre de l'Esperó Reial (Torre di Sulis), esclamò "bonita por mi fé y bien asentada".
Palazzo De Ferrara-Albis-De Arcayne
REGNO DI SARDEGNA - I SAVOIA
Nel 1652, Alghero fu colpita nuovamente dalla peste, portata nella città da una nave catalana. Alcuni algheresi cercarono di mettersi in salvo migrando in altre zone della Sardegna, ma ottennero l'effetto di diffondere in tutto il territorio la pestilenza, che colpì duramente la Sardegna per ben quattro anni.
Nella seconda metà del secolo XVII la popolazione di etnia sarda rappresentava circa il 70% del totale, quella ligure il 20%, quella catalana del 7%.
Nel 1708 con la pace di Utrecht la Sardegna passa sotto la dominazione austriaca, ma nel
1717 gli spagnoli rioccupano la Sardegna. Alghero cade dopo tre giorni di assedio.
L’anno successivo con il trattato di Londra la Sardegna fu restituita all’Austria.
Nel 1720 l' ’Austria cede la Sardegna ai Savoia. Si conclude per Alghero il lungo periodo durato quattro secoli della dominazione spagnola. La città conta circa 4.500 abitanti e continuerà sino ai giorni nostri a mantenere la lingua catalana oltre a numerose tradizioni religiose. Negli anni successivi furono realizzate numerose opere pubbliche tra le quali il rafforzamento delle mura e l’incentivazione della coltura dell’ulivo e della pesca del corallo.
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